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Bank of England ferma in attesa di Brexit. Per la sterlina si prevede un gennaio caldissimo

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In settimana l'istituto centrale britannico si è riunito e con un voto unanime ha scelto di lasciare i tassi di interesse allo 0,75%

La settimana della sterlina è scivolata via senza grandi sussulti, ma la questione Brexit continua ad essere molto minacciosa sullo sfondo, tanto da condizionare ancora le scelte della Bank of England.

Infatti durante la settimana l’istituto centrale britannico si è riunito, e con un voto unanime ha scelto di lasciare i tassi di interesse invariati allo 0,75%, in linea con quanto atteso dagli analisti. Ha pure conservato anche il programma di allentamento quantitativo da 435 miliardi di sterline.
La BoE ha sottolineato che “le incertezze sulla Brexit si sono notevolmente intensificate” e “stanno pesando sui mercati finanziari del Regno Unito”. Le decisioni future sui tassi inevitabilmente sono legate all’andamento dei negoziati con la UE. Se non si capirà meglio l’evoluzione degli eventi, difficilmente vedremo la BoE fare qualche mossa.

A livello di dati macro, in settimana abbiamo visto gli investimenti delle imprese britanniche scendere per il terzo trimestre consecutivo, segnando il periodo più debole dalla crisi del 2008. La fiducia dei consumatori è peraltro scesa ai livelli più bassi in oltre 5 anni. Tuttavia le vendite al dettaglio sono stati migliori del previsto e i report di venerdì hanno mostrato che l’economia britannica è cresciuta dello 0,6% anno su anno nel terzo trimestre. Al momento quindi la Brexit non sta incidendo in modo forte, sebbene la BoE abbia confermato che in caso di “no deal” il PIL calerebbe dell’8%, l’inflazione potrebbe schizzare e la sterlina svalutarsi notevolmente.

A proposito di sterlina, la valuta di sua Maestà ha vissuto una settimana senza scossoni. La coppia GbpUsd ha guadagnato leggermente terreno a 1,2626 soprattutto per via della debolezza del biglietto verde.
Rispetto all’euro la sterlina è rimasta stabile a 0,8996 (EurGbp), mentre c’è stato un calo di oltre un punto percentuale contro lo Yen (GbpJpy a 140,5250), perché l’avversione al rischio ha dato una bella spinta alla valuta rifugio giapponese.

Questo clima di “calma apparente” attorno alla sterlina dovrebbe interrompersi verso gennaio, quando la volatilità dovrebbe crescere visto che il primo ministro Theresa May cercherà l’approvazione parlamentare per il suo accordo sulla Brexit. La votazione dell’accordo nell’aula di Westminster – programmata per la scorsa settimana e poi rimandata – si terrà infatti a metà gennaio.
In settimana è emersa con maggiore convinzione l’ipotesi (comunque remota) di un secondo referendum su Brexit. A meno di 100 giorni dalla data definitiva di addio alla UE (29 marzo 2019), la May è politicamente isolata.

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