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Real in calo sul dollaro (USD-BRL). I mercati ora vogliono i fatti concreti da Bolsonaro

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Il Real nel mese di ottobre ha guadagnato il 7,8% contro il dollaro (UsdBrl), recuperando più di un terzo delle perdite subite nell'ultimo trimestre

Dopo un mese molto positivo grazie soprattutto alla spinta delle questioni politiche, il Real brasiliano in questi ultimi giorni ha avuto una discreta battuta di arresto sul mercato valutario.
L’elezione di Bolsonaro, candidato gradito ai mercati finanziari molto più dell’uomo di sinistra Fernando Haddad, era stata già prezzata (con un forte rialzo) dopo l’esito del primo turno. Le sue idee economiche improntate alle privatizzazioni, alla deregolamentazione e alla decentralizzazione dai poteri avevano riscosso successo tra gli investitori, dando una bella spinta alla valuta brasiliana.

Il Real nel mese di ottobre ha guadagnato il 7,8% contro il dollaro (UsdBrl), recuperando più di un terzo delle perdite subite nell’ultimo trimestre e allontanandosi dal minimo storico toccato ad agosto.

Da qualche giorno però il vento è un po’ cambiato. Alla fine della sessione di giovedì (1 novembre) – vigilia della festa delle Finados – il dollaro è sceso dello 0,76% a 3.6943, mentre oggi ha superato di nuovo quota 3.70, come vediamo sulla xStation del broker .

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Cosa significa tutto questo? Che archiviata con soddisfazione la notizia dell’elezione di Bolsonaro, adesso gli investitori sono attenti agli annunci del prossimo governo per orientare i futuri comportamenti sul mercato. Insomma finora è stata data ampia fiducia al nuovo leader, ma adesso si attendono fatti concreti. Sono soprattutto due i temi caldi: come agirà il nuovo presidente sulle riforme e chi sarà il prossimo presidente della Banca Centrale.

Nel frattempo, proprio la Banca Centrale mercoledì ha lasciato il tasso di interesse invariato al 6,50%, come già fatto in maggio, giugno, agosto e settembre (dopo dodici riduzioni consecutive, l’ultima delle quali di 25 punti base a marzo).
Il Copom (la commissione responsabile per le politiche monetarie) ha sottolineato che i rischi al rialzo superano ancora quelli al ribasso per l’inflazione. Tale asimmetria è però diminuita dal precedente meeting, svoltosi poco prima delle elezioni presidenziali.

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