Non sono giunte sorprese dalla riunione odierna del consiglio di amministrazione della Banca del Messico. L’istituto centrale ha lasciato i tassi di interesse invariati come previsto al 7,75%. La decisione non è stata unanime, visto che un membro era favorevole ad un aumento di 25 punti base.
Si tratta della seconda volta – da quando il ciclo di inasprimento ha avuto inizio nel dicembre 2015 – che la Banxico non ha seguito un rialzo della Fed con un aumento dei tassi a sua volta. Pur mantenendo un orientamento più da “falco”, l’istituto centrale potrebbe rimanere fermo ancora sui tassi fino alla fine dell’anno.
Sul mercato valutario intanto il peso continua ad accusare una certa debolezza contro il dollaro. In soli tre giorni ha accumulato un deprezzamento del 2% circa, a causa del dollaro più forte nel mercato internazionale dei cambi. La coppia è scambiata a 19.134. Malgrado il rinnovato accordo sul NAFTA con USA e Canada, l’impatto positivo sul peso quindi non c’è stato.
Va detto che il deprezzamento della moneta messicana non è una eccezione nell’ambito delle valute emergenti, che stanno tutte pagando dazio alla forza del dollaro (si vedano lira turca, rand sudafricani e rublo).
