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L’inflazione spinge la sterlina, la Brexit la fa crollare. GBP sulle montagne russe

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I negoziati sulla Brexit hanno incontrato un nuovo brusco stop e il presidente della Commissione europea Junker si è mostrato pessimista

E’ stata una giornata molto intensa per la sterlina, con due grossi sbalzi nell’arco della mattinata. I dati macro sull’inflazione hanno evidenziato una crescita al +2,7% su base annua, il massimo da 6 mesi. Il dato dell’Ufficio di statistica inglese è stato superiore alle aspettative dei mercati (2,4% tendenziale).

La valuta britannica ha reagito positivamente a questi dati, per la convinzione che la Banca d’Inghilterra potesse continuare il percorso di rialzo dei tassi di interesse nel prossimo futuro. Il Cable GBPUSD sale a un massimo di otto settimane oltre 1.32, anche se in seguito ripercorre tutti i guadagni e chiude sostanzialmente stabile (fonte grafica broker ).

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Il guadagno però è stato bruciato tutto un paio di ore dopo, quando i negoziati sulla Brexit in corso a Salisburgo hanno incontrato un nuovo brusco stop e il presidente della Commissione europea Junker ha affermato le parti restano lontane. Gli ha fatto da eco il primo ministro irlandese Leo Varadkar, che ha dichiarato di non essere più vicino a raggiungere un accordo sulla Brexit di quanto non lo fosse a marzo.

Il governo di Theresa May ha respinto la proposta dell’Unione Europea per tentare di risolvere i problemi che si verranno a crea ere al confine irlandese. E’ tornata anche a circolare l’ipotesi di un nuovo referendum sull’uscita dalla UE (cosa categoricamente esclusa dalla May).

La divisa britannica ha immediatamente accusato il colpo, così come le prospettive di futuri interventi restrittivi da parte della BoE. La valuta di Sua Maestà è infatti crollata contro il dollaro verso 1.315, mentre la coppia EurGbp è risalita a 0.888.

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