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La FED non ascolta Trump: tassi e guidance invariati rispetto a luglio. USD senza scossoni

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La riunione del FOMC si trasforma in un non-evento. L'80% degli analisti prezza ora un rialzo dei tassi a settembre.

Il meeting di agosto del FOMC si è concluso senza alcuna novità di rilievo. I tassi di interesse sono rimasti fermi al 2,00% – livello raggiunto con il ritocco di giugno – e non c’è alcun cambiamento nella forward guidance dell’istituto guidato da Powell. Del resto era improbabile che ciò potesse accadere in piena estate.

Rispetto al comunicato stampa pubblicato in occasione del meeting di giugno, la FED non ha cambiato praticamente nulla. L’economia è è “forte”, mentre l’inflazione annua rimane vicina al target del 2%. La spesa delle famiglie è cresciuta con vigore. Non c’è alcun riferimento alla guerra commerciale.

La cosa importante però riguarda la prospettive future. Le pressioni di Trump, che ha criticato apertamente la scelta della FED di alzare i tassi (minaccerebbero la crescita dell’economia statunitense) sono andate a vuoto.
Dal meeting emerge infatti che la banca centrale resta intenzionata a effettuare due ulteriori ritocchi all’insù del costo del denaro. Lo dimostra il fatto che l’80% degli analisti prezza ora un rialzo dei tassi a settembre. Ad ogni modo, qualche informazione aggiuntiva sulla politica monetaria si potrà avere alla conferenza di Jackson Hole che si terrà alla fine del mese.

Il mercato valutario non ha reagito granché al comunicato del FOMC. La major EURUSD (la coppia di forex più popolare, che rappresenta le due valute più grandi del mondo) resta verso quota 1.165, proseguendo quella tendenza al ribasso di questo inizio agosto.
Movimento lieve anche per l’UsdJpy, che scende verso quota 111.62 dopo essere arrivato oltre i 112 in questo inizio di agosto, sulla scia delle dichiarazioni ultra-accomodanti della Bank of Japan.
Resta leggermente oltre il livello 1.31 il cross GbpUsd.

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