L’Eurostat ha reso noti i numeri dei prezzi al consumo dell’Eurozona. Su base annua l’inflazione è avanzata del 2,0%, in linea con le attese e in crescita dal +1,9% di maggio. Si tratta del livello più alto dal 2013, nonché del valore target fissato dalla BCE.
Tuttavia il dato “core” (ovvero depurato delle componenti più volatili) evidenzia uno 0% su base mensile e una variazione dello 0,9% su base annua, contro i previsti 0,1% e 1,0% e contro i precedenti 0,3% e 1,0%.
A giugno 2018, il contributo più elevato al tasso annuale di inflazione dell’area dell’euro è venuto dall’energia (+ 0,76 punti percentuali, pp), seguita da servizi (+0,57 pp), cibo, alcol e tabacco (+0,53 pp) e non energia beni industriali (+0,10 pp).
Benché sia stato centrato il target BCe, l’andamento dell’inflazione nell’Eurozona è il principale dilemma dei mercati rispetto a eventuali aumenti dei tassi. A tal proposito il membro della Banca centrale europea Francois Villeroy de Galhau ha ribadito che i tempi del primo rialzo dei tassi sono previsti per l’estate 2019, e che molto dipenderà proprio dal futuro andamento dell’inflazione.
Sul fronte valutario, la major è in calo per la seconda sessione consecutiva dopo aver fallito il prolungamento del tentativo rialzista oltre quota 1.1750. Ha poi chiuso verso 1,161, come vediamo sulla webtrader .
La valuta unica si muove in ordine sparso contro le altre monete principali. La coppia scambia a 130.92, l’euro/sterlina () a 0.89118 e l’euro/franco svizzero () a 1,1611.