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Dollaro in calo dopo i dati sul lavoro (NFP). EUR-USD verso 1.175

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La crescita dei posti di lavoro è migliore delle attese, ma i salari deludono. Preoccupa la tensione USA-Cina

Scivola ai minimi di tre settimane il dollaro USD, dopo l’atteso rilascio dei dati sul lavoro. I Non Farm Payrolls hanno mostrato che l’economia degli Stati Uniti ha creato più posti di lavoro del previsto a giugno, ma la crescita dei salari (che è un indicatore dell’inflazione) è stata minore delle previsioni e il tasso di disoccupazione è aumentato.

I dati sul mercato del lavoro USA

Partiamo dai dati. Il dipartimento del lavoro ha evidenziato l’aumento di 213.000 posti il ​​mese scorso (contro i 200mila previsti). Il tasso di disoccupazione però è salito al 4,0% (rispetto al 3,8% di giugno). Come detto, le perplessità maggiori sono nate dai salari orari medi che sono aumentati solo di 5 centesimi, ovvero dello 0,2% a giugno dopo l’aumento dello 0,3% a maggio.

Questi dati hanno solo continuato a spingere il biglietto verde lungo quel percorso al ribasso che era già stato intrapreso sin dal mattino.
A causarlo le tensioni sempre più forti tra Stati Uniti e la Cina, che hanno imposto tariffe sulle rispettive importazioni (34 miliardi di dollari). Non sono tanto le misure appena annunciate a preoccupare i mercati, quanto il fatto che si viaggia verso una guerra sempre più aspra, e ciò potrebbe causare volatilità nei mercati finanziari globali.

Dollaro appesantito

L’indice del dollaro (DXY) è in calo verso 94,008. Rispetto all’euro, il biglietto verde perde oltre mezzo punto percentuale (EURUSD a 1.1758).

Contro lo yen (UsdJpy) il dollaro è scivolato di circa lo 0,2% a 110,40. Più sostenuto il deprezzamento contro la sterlina (GbpUsd) visto che il cross segna 1.3277 (+0,4%).
I prezzi dei Fed Funds incorporano una possibilità del 77% di rialzo dei tassi a settembre, mentre prima del rilascio dei dati sul lavoro erano all’80%.

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