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Brasile nel caos: incertezza politica e bufera Petrobras. Il Real crolla contro l’USD

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A ottobre 2018 infatti ci saranno le elezioni, e i mercati temono che il cambio al potere possa bloccare le riforme di cui il paese ha bisogno

L’inizio del mese di giugno segna un nuovo record negativo per il Real brasiliano contro il dollaro. La coppia UsdBrl infatti raggiunge circa 3.77, il massimo da 27 mesi, annullando la buona performance della settimana precedente. Questo ha aumentato i guadagni complessivi della valuta statunitense contro quella brasiliana al 13,63% (15,99% se consideriamo gli ultimi 12 mesi).
Dalla fine di gennaio che è cominciato un progressivo deprezzamento del Real, che nelle ultime 18 settimane solo per quattro volte ha chiuso in positivo contro il dollaro.
Possiamo vedere la situazione dell’USDBRL sulla xStation del broker .

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Non diverso l’andamento contro l’euro.
Da metà febbraio è cominciato un inesorabile movimento al rialzo che ha spinto la coppia EurBrl verso quota 4.40. Nel corso di quest’anno la valuta brasiliana ha perso il 15% contro quella della UE.

Fa sentire il suo peso soprattutto l’incertezza politica. A ottobre 2018 infatti ci saranno le elezioni, e i mercati temono che il cambio al potere possa bloccare le riforme di cui il paese ha bisogno. Il candidato preferito dai mercati, Geraldo Alckmin, non sta avanzando mentre non c’è molta chiarezza sulle politiche che vogliono adottare gli altri candidati.

Ad aggravare le già complicata situazione brasiliana è stata la notizia – diffusa venerdì – delle dimissioni di Pedro Parente da presidente della compagnia petrolifera statale Petrobras (che ha perso in Borsa il 14% in un giorno). Un episodio che coinvolge in modo forte anche il Governo stesso, trascinandolo in una nuova bufera.

Di fronte a tali incertezze, a pagare è soprattutto il Real che continua a scivolare nel Forex, sotto pressione per la combinazione di incertezza politica locale, dollaro forte e anche il contagio psicologico derivante dalla crisi argentina.

La Banca Centrale Brasiliana un paio di settimane fa ha confermato il tasso al 6,50%, dopo averlo tagliato a marzo portandolo al livello minimo dal 1999. L’inflazione intanto è risalita al 2,76%, ma restiamo nel target (dal 2,5% al ​​6,5%). Proprio la dinamica dell’inflazione pare orientare le mosse della BCB verso l’attendismo in materia monetaria. Nessun cambio di rotta imminente, quindi, almeno finché la debolezza del Real non spingerà i prezzi a livelli di guardia.

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