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India, ottima crescita ma inflazione in salita. La RBI alza i tassi ad agosto?

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Settimana prossima la RBI si riunisce ma non dovrebbe toccare il costo del denaro. In estate invece potrebbe farlo

Mercoledì prossimo la banca centrale indiana sarà chiamata a decidere sul tasso di interesse, ma con ogni probabilità la RBI lascerà il costo del denaro a quel 6% dove lo portò ad agosto 2017 con un taglio di 25 punti base. Più probabile invece che un ritocco al rialzo possa avvenire in estate, ad agosto, sulla scia delle rinnovate pressioni inflazionistiche.

Di recente infatti l’inflazione è stata rivista al rialzo 4,58% dal precedente 4,28%, oltre le aspettative degli analisti che prevedevano una pressione minore al 4,42%. Si è trattato del primo aumento dal mese di gennaio. A stimolare i prezzi è stato soprattutto l’aumento delle quotazioni del petrolio.

La rinnovata pressione dei prezzi – come detto – potrebbe indurre la Reserve Bank of India (RBI) ad aumentare i tassi ad agosto per contenere la crescita dell’inflazione. Appena un mese fa un sondaggio di Reuters prevedeva che un aumento ci sarebbe stato solo nella seconda metà del 2019. Lo scenario quindi è molto cambiato.

Nel frattempo i dati macro hanno evidenziato una crescita del PIL reale nel primo trimestre oltre le aspettative. Secondo quanto comunicato giovedì dal Central Statistics Office di New Delhi, l’economia indiana ha accelerato per il terzo trimestre consecutivo, con un aumento del 7,7% su base annua. Nell’intero anno fiscale il Pil dell’India è però cresciuto del 6,7% contro il 7,1% dell’esercizio 2016-2017. Grazie al dato sul PIL, l’India si conferma l’economia in più rapida crescita a livello globale (battendo il tasso di crescita della Cina del 6,8%).

L’attività manifatturiera invece ha evidenziato ancora una fase di espansione a maggio, sebbene a un ritmo più debole rispetto al mese precedente. Il PMI infatti è sceso a 51,2 a maggio dal 51,6 di aprile. Tuttavia, ribadiamo che qualsiasi lettura superiore a 50 indica espansione.

In questo quadro generale non stupisce che la rupia indiana (INR) abbia messo il turbo contro il dollaro USA negli ultimi giorni, spingendo la coppia UsdInr sotto quota 67 dopo che a metà maggio aveva raggiunto quota 68 (la variazione su anno premia però ancora l’Usd che ha guadagnato il 4,5% circa).
La valuta indiana è cresciuta anche contro sterlina inglese (GbpInr a 89.34, a metà maggio era oltre 91), euro (EurInr a 78.1200, a metà maggio era oltre 80) e yen giapponese (JpyInr a 61.35, appena qualche giorno fa era prossimo a 63).

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