Gli attesi dati Usa sull’occupazione (Non Farm Payrolls) finiscono per sorprendere positivamente i mercati. A maggio le aziende americane hanno creato 223.000 posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano un aumento di 190.000 unità. Si tratta del 92esimo mese di fila di aumenti, un nuovo record.
Nel frattempo il tasso di disoccupazione è sceso dal 3,9% al 3,8% (livello minimo dall’aprile del 2000), mentre la retribuzione media oraria è salita dello 0,3% (o di 0,08 dollari) su base mensile a 26,92 dollari; le previsioni erano per un +0,2%. Questo dato in special modo è ritenuto molto importante, in quanto indica l’assenza o meno di pressioni sull’inflazione.
Il report positivo sul lavoro contribuisce a rinforzare l’idea che a giugno possa esserci il secondo rialzo annuale dei tassi da parte della Federal Reserve (la probabilità è salita all’81,2% dall’87,5%).
Dopo i dati sul lavoro, l’ è andato al ribasso (dopo essere salito in mattinata sopra 1,17) e adesso quota 1.1677. Va aggiunto inoltre che i report PMI manifatturieri hanno supportato ulteriormente l’aumento del biglietto verde, e il (DXY) ha toccato un massimo giornaliero a 94,44 prima di entrare in una fase di consolidamento.
Il dollaro guadagna terreno anche contro lo Yen. La coppia viaggia a 109,49 in progresso dello 0,60%.
Il biglietto verde contro la sterlina cede invece il passo (grazie agli ottimi dati macro britannici) e adesso il cross viaggia a 1.3356.
