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Turchia caos: la CBT alza il Late Liquidity a sorpresa ma la Lira sbanda ancora

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Da inizio anno la valuta turca ha segnato un crollo di oltre il 20%. I mercati sono sempre più tesi in vista delle elezioni di fine giugno

Sono giorni sempre più caldi per la Turchia. La Banca Centrale mercoledì era stata costretta ad alzare il Late Liquidity – ovvero il tasso di interesse come prestatore di ultima istanza – portandolo al 16,5% per calmierare le vendite sulla Lira, arginare il deflusso di capitali e controllare l’inflazione.

La Lira (che da inizio anno segna un crollo di oltre il 20%) sulle prime ha avuto una reazione importante come sperato, ma poi oggi ha ripreso a scendere ed è di nuovo in calo di quasi il 4% contro il dollaro Usa.
Il cambio viaggia a 4,75, riavvicinando i minimi storici a quota 4,92.

Probabilmente questo scenario così delicato rimarrà tale almeno fino alle elezioni del 24 giugno, visto che Erdogan è il vero artefice dell’immobilismo della Banca Centrale Turca.
Erdogan infatti si oppone al rialzo del costo del denaro perché lo ritiene “il padre e la madre di tutti i mali”. Ha anche aggiunto che la debolezza della valuta non riflette lo stato dell’economia del paese. Ha inoltre promesso nuove misure per arginare l’inflazione e l’elevato deficit delle partite correnti.

I mercati però sembrano essere in completo disaccordo con Erdogan. Gli investitori si stanno liberando della Lira perché questo clima di incertezza riguardo la gestione finanziaria del governo Erdogan preoccupa soprattutto in ottica futura.

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