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SWING TRADING forex, ecco la GUIDA: cos’è, esempi e strategia

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Cos'è lo swing trading e quali strategie si possono utilizzare. Ecco una guida per trovare punti i ingresso, stop loss e take profit

Il mercato non si muove mai secondo un andamento lineare, ma compie delle continue oscillazioni. Questo andamento si verifica non soltanto durante le fasi di incertezza, ma anche durante i trend più sostenuti e solidi.
La strategia SWING TRADING mira proprio trarre profitto dalle oscillazioni del mercato, entrando quando le correzioni di un trend stanno per finire e subito dopo riparte la spinta del trend.

Cos’è lo SWING TRADING

Per capire bene cos’è lo SWING TRADING e come un trader può sfruttarlo, vediamo una immagine tratta dalla piattaforma di una famoso broker.

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(Fonte grafica broker )

Come si vede c’è un trend che compie diverse temporanee deviazioni dal suo corso. Proprio in questo momento il trader drizza le antenne, e si tiene pronto per entrare in azione quando si verifica una contro-deviazione (uno “swing”) che rimette il prezzo in marcia sul trend.
Lo scopo della strategia SWING TRADING è quindi quello di identificare i punti in cui lo swing sta per avvenire.

Maggiore sarà il nuovo impulso del trend, maggiore sarà il guadagno che si ottiene da questa strategia.

A questo punto possiamo quindi già evidenziare che la strategia SWING TRADING è tipicamente una strategia trend following, anche se c’è chi la fa pure contro-trend (come vedremo più tardi).

Tecnicamente quando si parla di SWING TRADING sarebbe più corretto parlare di stile di trading, anziché di strategia.
Ad ogni modo l’elemento essenziale resta quello di cogliere il temporaneo cambiamento di rotta del mercato per poi cavalcare la nuova onda, facendolo per un periodo di tempo né troppo breve (perché limiterebbe i guadagni), ma neppure troppo lungo (perché si rischia che la tendenza si esaurisca e ci sia una inversione di rotta).


Swing trading vs day trading/trading di posizione

Visti i suoi tratti caratteristici, lo Swing Trading è una metodologia intermedia tra il trading di breve periodo e quello di posizione.

NEL PRIMO CASO si punta infatti a ottenere guadagni “mordi e fuggi” nell’arco di un’unica giornata, NEL SECONDO CASO si punta invece a ottenere grossi guadagni cavalcando un trend per periodi molto lunghi.

Lo SWING TRADING invece si colloca nel mezzo, visto che ciascun investimento va da un paio di giorni fino a qualche settimana al massimo (tuttavia se si utilizzano timeframe da 1H certi swing trade possono chiudersi anche nell’arco della stessa giornata, ma sono eccezioni).

Ancora più netta è la differenza rispetto allo scalping, dove invece le operazioni durano anche solo pochi minuti e si susseguono a ritmo frenetico.

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Proprio la tempistica rappresenta uno dei grossi vantaggi dello Swing trading: il suo “ritmo” è ideale, perché non c’è l’eccessivo stress tipico del trading a breve scadenza (o peggio ancora dello scalping), ma neppure quella eccessiva lentezza (talvolta noia) che caratterizza il trading di posizione.

TIMEFRAME SWING TRADING

Dal momento che alla base dello Swing Trading ci sono i concetti di trend e correzioni di trend, non si può pensare di applicare questa strategia a timeframe molto bassi, dove quei concetti perderebbero decisamente efficacia.

Solitamente il timeframe minimo consigliabile è 1H, ma la maggioranza preferisce un grafico 4H che è già di più ampio respiro. Non sono tanti quelli che sfruttano invece il “daily” (sbagliando), probabilmente perché comporta un’operatività troppo diradata e quindi simile al trading di posizione.

Ad ogni modo, eccezion fatta per i timeframe troppo brevi, la strategia Swing trading può essere adottata su tutti gli altri orizzonti temporali.

L’ambito migliore per lo Swing trading: forex e azioni

Per questo metodo di investimento, il Forex è senza dubbio un terreno di caccia ideale. Infatti si tratta di un mercato molto volatile ed estremamente liquido. L’andamento delle coppie valutarie procede infatti con continue oscillazioni, che generano tante opportunità per gli swing trader.

Tuttavia questa tecnica è molto versatile e si può condurre efficacemente in tutti gli altri mercati, incluso quello azionario.

A prescindere comunque dal tipo di mercato dove si opera, è FONDAMENTALE selezionare con cura l’asset su cui operare.
Bisogna infatti selezionare solo quelle situazioni in cui – per la dinamica che stanno avendo i prezzi e il mercato – a fronte delle possibilità di riuscita, il rischio sembra molto ridotto. In altri termini, questo tipo di trader scandaglia benissimo i mercati alla ricerca delle occasioni migliori.

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GUIDA OPERATIVA: le tre armi dello swing trader

Quando si decide di adottare una strategia di Swing trading, si hanno a disposizione tre “armi” con le quali si definiscono i propri ingressi. Qualunque trader prima di avventurarsi nel mercato dovrebbe saper “maneggiare” con sufficiente disinvoltura queste tre armi.
Eccole:

1) Analisi tecnica: ci può aiutare a identificare il momento in cui un movimento correttivo può terminare, e quindi un trend può riprendere la corsa.
Lo swing trader tende perciò a cercare pattern grafici come “testa e spalle“, “bandiere“, “cunei“, “triangoli“. Ma vengono sfruttati anche pattern candlestick di inversione come hammer, morning stars, ecc.

2) Temi macroeconomici prevalenti. Le news importanti, come ad esempio le decisioni sui tassi di interesse, i report macroeconomici, le situazioni gepolitiche, ecc possono creare volatilità sul mercato e generare ottime occasioni di swing trade, visto che spesso gli avvenimenti che si verificano intorno a noi ci aiutano a valutare il sentiment sui differenti mercati finanziari.
Pensiamo ad esempio quanto lo scoppio di una tensione in Medio Oriente o la guerra in Ucraina possa incidere in modo repentino sul prezzo del petrolio, modificando magari un trend in corso o smorzando una correzione.

3) Analisi dei prezzi. Grazie all’analisi delle candele possiamo capire la storia recente della “battaglia tra compratori e venditori”, e quindi verificare se un trend si sta esaurendo o ripartendo.


GUIDA OPERATIVA: segnali di ingresso Swing Trading, stop loss e take profit

Attraverso le tre armi che abbiamo appena visto, un trader che punta a sfruttare gli “swing” dovrebbe riuscire a identificare il momento in cui la correzione del trend sta per terminare e ricomincerà la cavalcata dei prezzi.
Le tecniche concrete che si utilizzano sono molto personali e cambiano da trader a trader, visto che ognuno ha le proprie idee del mercato e opera in base ad esse.
Tuttavia possiamo identificare tre modi “base” per “catturare” gli Swing, vediamoli…

1) Figure di continuazione

Uno dei modi per cogliere gli swing è identificare se ci sono “figure di continuazione (bandiere, cunei, rettangoli, triangoli ecc). Quando la correzione dei prezzi avviene con la formazione di queste figure, allora abbiamo un segnale buono.

Vediamo un doppio esempio sfruttando il broker :

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A sinistra durante un trend ascendente, il prezzo dopo una candela dal corpo lungo compie una breve correzione caratterizzata da candele piccole che ondeggiano di continuo tra punti di massimo e minimo, disegnando una specie di bandiera inclinata contro-trend. Quando si rompe questa configurazione, si genera una opportunità di ingresso per lo Swing Trader.
A destra invece la formazione è quella del cuneo. Anche in questo caso si forma dopo una candela lunga, ed anche in questo caso abbiamo che il range delle candele si restringe. Poi c’è il breakout che dà il via a un nuovo impulso ribassista dei prezzi.

LIVELLO DI ENTRATA: In questi casi l’entry level è nel punto in cui dopo il breakout viene infranto il massimo/minimo della figura di continuazione.
STOP LOSS: Viene posizionato al livello (o poco sotto) il punto di minimo/massimo della figura di continuazione.

2) Test sui livelli di massimo e minimo

Un altro modo per trovare degli ingressi a mercato nello swing trading è sfruttando i minimi o massimi già testati più volte dal mercato (maggiore è il numero delle volte, più sono affidabili). Questi punti sono possibili livelli di rimbalzo dei prezzi o svolta del mercato.
Questa tecnica si può effettuare sia basandosi su supporti/resistenze statiche, quanto su livelli dinamici.
Ecco un esempio tratto dalla MetaTrader del broker .

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LIVELLO DI ENTRATA: può giungere da…
1) la rottura della “mini” trend-line che va disegnata sul ritracciamento
2) la formazione di un pattern di candele reversal. Uno dei più noti è ad esempio l’123 di Ross, oppure il Three white soldiers, o anche il Morning ed Evening Star, ecc ecc
3) segnali di uno degli indicatori di inversione del trend, oppure da una media mobile (come EMA21).
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STOP LOSS: A seconda di come abbiamo identificato il punto di ingresso, lo stop loss seguirà le regole di uscita corrispondenti. In ogni caso andrà posizionato leggermente sopra/sotto il massimo/minimo del movimento correttivo del trend.

FORZA DEI PREZZI E INCLINAZIONE DELLA TREND-LINE. Di solito quando il movimento dei prezzi verso la trend-line è repentino e forte, è molto più probabile che essa reggerà all’urto. Se però viene “rotta” da questo movimento repentino e forte, allora è più probabile che la marcia dei prezzi in seguito sarà vigorosa.
Va anche ricordato che l’inclinazione della trend-line è inversamente correlata alla sua efficacia. Le trend-lines meno inclinate hanno cioè maggiore affidabilità di quelle troppo ripide.

3) Primo pullback… dopo un breakout

Un’altra situazione propizia per far scattare uno swing trade si manifesta quando durante un trend si verificano 4 fasi ben precise:

1) il prezzo di un asset entra in una zona di congestione dopo un trend
2) fa un breakout riprendendo la marcia in direzione del trend
3) poi si verifica un nuovo pullback, con i prezzi in contro trend (return move)
4) Infine a seguito di questo movimento – a maggior ragione se tale fase è accompagnata da una riduzione del range (corpo delle candele) – spesso si genera uno swing con la successiva ripresa del trend.

Vediamo un esempio sfruttando ancora il famoso broker .

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LIVELLO DI ENTRATA: l’entry level è al livello del primo breakout.
STOP LOSS: Viene posizionato al livello (o poco sotto) il punto di pullback.

L’affidabilità dello Swing

Non tutti gli swing sono uguali. La loro affidabilità va valutata infatti in base a diversi fattori, che possono renderlo più o meno “sicuro” da tradare.
1) La % di ritracciamento (vista tramite i livelli di Fibonacci) dovrebbe rimanere nel range compreso tra 38 e 62%. Oltre tale livello infatti comincia ad essere molto concreta la possibilità che non si tratti di una semplice correzione del trend, bensì di una vera e propria inversione.
2) La forza dei prezzi. Se i prezzi si avvicinano a un livello di supporto/resistenza in modo rapido (ovvero con poche candele dal corpo grosso) si ritiene che aumentino le possibilità di rimbalzo sul supporto/resistenza.
3) Il rapporto impulso/correzione. Il numero di candele che compongono la correzione del trend non dovrebbe mai superare il numero di candele dell’ultimo impulso (ovvero dell’ultima spinta ricevuta dal trend).

La dimensione del trade e il rischio overnight

Come abbiamo detto lo swing trading vero e proprio comporta operazioni pluri-giornaliere, ovvero si tengono aperte delle posizioni overnight (a differenza del day trading dove si chiudono invece le posizioni prima della chiusura del mercato).
Questo fa sorgere il pericolo di imbattersi in gap/lap di prezzo, ovvero in balzi improvvisi delle quotazioni. Per questo gli “swing trade” di solito vengono effettuati con una dimensione di posizione inferiore rispetto al day trading.
Inoltre occorre una ferrea disciplina per la gestione delle posizioni, con appropriati ordini in stop-loss per proteggere il capitale allocato.

Lo Swing trading controtrend

Alcuni swing trader tendono a tradare gli swing anche contro trend. Anche se noi non siamo molto d’accordo, tecnicamente nulla impedisce di farlo.
Occorre però una capacità di analisi molto più accurata e un approccio “multi-timeframe”.
In pratica un trader non analizza sul grafico un unico intervallo temporale ma prende le sue decisioni in base all’analisi di più intervalli.

La logica è questa: se su un grafico daily cogliamo l’esistenza di un trend rialzista e quindi potrebbero formarsi degli swing low, su un timeframe più basso (tipo H1) potrebbe invece esserci un movimento ribassista di breve periodo dove potrebbero formarsi degli swing high. In tal caso il trader sa che anche se il trend di lungo termine è al rialzo, egli può ancora fare profitti nel breve o medio periodo avvalendosi dei segnali generati dagli intervalli di tempo minori.

Sulla piattaforma vediamo un esempio dove si vede che lo stesso asset può essere tradato in entrambe le direzioni, a seconda del timeframe…

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Conclusioni

Lo Swing trading è una metodologia molto diffusa tra gli operatori, perché consente di mantenere le posizioni aperte diversi giorni e quindi non preoccuparsi di dover controllare di continuo la posizione (se rimane entro lo stop).
Inoltre consente profitti mediamente più ampi che nel day trading e generalmente le regole operative prevedono degli Stop Loss stretti, per cui il rischio di perdite solitamente è ridotto per ogni operazione.

A fronte di ciò è richiesta una certa cura nella pianificazione dei propri trade, e anche una maggiore frustrazione se le cose non vanno come sperato. E’ chiaro infatti che non sempre i reversal avvengono e talvolta un ritracciamento può continuare a lungo, finendo per farci scattare uno o più stop loss che ci buttano fuori dal mercato facendoci perdere soldi e… pazienza.
Buon trading!

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