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Petrolio, crollano le scorte. Ma l’OPEC alza le stime sulla produzione altrui

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Secondo l'Opec per vedere un riequilibrio del mercato occorrerà aspettare la fine del 2018

Scendono ancora in modo netto le scorte di petrolio. Secondo i dati di EIA (Energy Information Administration) nella settimana terminata lo scorso 8 dicembre dicembre, le scorte strategiche di petrolio sono crollate di 5,1 milioni di barili, a fronte della previsione di un calo di 3,759 milioni di barili. Si tratta di una diminuzione simile per entità a quella della settimana precedente, quando era stato di 5,610 milioni di barili.

Crescono più del previsto le riserve di benzina, salite a 5,7 milioni di barili (le attese erano per 2,4 milioni di barili). Gli stocks di distillati invece diminuiscono di 1,4 milioni di barili (le attese erano per un rialzo di 900mila barili).

Sul fronte dell’oro nero, va detto che secondo l’Opec per vedere un riequilibrio del mercato occorrerà aspettare la fine del 2018. Sono state alzate le stime delle produzione non OPEC (di circa 1,7%) e da parte degli Stati Uniti (che raggiungeranno 1,1 milioni) soprattutto per le estrazioni dello shale oil. Ecco perché secondo OPEC l’effetto del prolungamento dei tagli produttivi decisi assieme alla Russia per ridurre l’eccesso di greggio sul mercato, si avvertirà in ritardo.

Dopo che i prezzi del petrolio erano andati in recupero ieri a seguito dei dati dell’API (che aveva stimato un calo settimanale degli stock di greggio negli Stati Uniti di ben 7,4 milioni di barili), oggi invece dopo il dato sulle scorte s’è avuto una inversione la rotta e l’oro nero è andato in calo.

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