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A Vienna si decide il futuro del petrolio. Scorte in calo ma WTI e Brent giù

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Secondo l'EIA (Energy Information Administration) le scorte negli USA sono infatti diminuite di 3,429 milioni di barili

I dati settimanali sulle scorte di petrolio per una volta passano in secondo piano, tant’è che malgrado la loro discesa (ben oltre le previsioni) i prezzi di e stanno calando.
Secondo l’EIA (Energy Information Administration) le scorte negli USA sono infatti diminuite di 3,429 milioni di barili. Gli analisti stimavano un calo molto più contenuto: 2,301 milioni di barili. Nella settimana precedente le scorte di petrolio greggio erano scese di 1,855 milioni di barili.
Sono andate in controtendenza le riserve di benzina, che sono aumentate di 3,6 milioni di barili, mentre gli stocks di distillati sono aumentati di 2,7 milioni di barili.

Petrolio in calo

Dopo la diffusione del report e hanno confermato una giornata difficile all’insegna del calo. Il West Texas Intermediate (WTI) scivola a 57,05 dollari al barile mentre il Brent viaggia a 62,29 dollari al barile (-1,50%). A propiziare le vendite sono le tensioni per l’imminente appuntamento OPEC-Non OPEC per decidere sul futuro dei tagli produttivi.

Domani dovrebbe essere raggiunto un nuovo accordo per limitare le estrazioni di greggio, e stimolare ancora la corsa al rialzo dei prezzi (il barile è tornato sopra i 60 dollari ai massimi degli ultimi due anni).
L’allargamento alla Russia consentirà di prolungare l’accordo su base ampia, per almeno di altri 6-9 mesi, con la Libia e la Nigeria che manterranno le loro attuali esenzioni e l’Iran che conserverà il suo attuale obiettivo di produzione. Secondo alcune fonti, la Russia vorrebbe includere nell’accordo delle clausole che colleghino l’entità delle riduzioni alla salute del mercato petrolifero.

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