Dopo le minute del Fomc mercoledì, i mercati finanziari aspettavano il dato sull’inflazione USA. Alla fine si è trattato di un report in chiaroscuro, perché se è vero che la crescita dei prezzi al consumo è andata peggio delle attese (2,3%), l’inflazione comunque sale al 2,2% e quindi oltre il target della FED.
L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) è cresciuto su base annuale all’1,7% in linea al dato di agosto (consensus +1,8%).
Un po’ di ossigeno per l’economia americana arriva invece dai dati sulle vendite al dettaglio, che hanno registrato un incremento mensile dell’1,6% a 483,9 miliardi di dollari, dopo il -0,1% rivisto del mese precedente. Anche in questo caso però il dato è inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un incremento dell’1,8%.
Dopo questi dati il dollaro Usa, che era rimasto moderatamente stabile in mattinata, è poi scivolato verso il basso, come vediamo grazie alla piattaforma di . L’euro sta nuovamente marciando verso quota 1,19 mentre il cross UsdJpy cede lo 0,43% a 111,80. La coppia GbpUsd è in rialzo dello 0,44% a 1,3320.
Ricordiamo che appena un paio di giorni fa, dalle minute della FED era emerso che alcuni membri volevano esaminare prima i dati di ottobre e novembre sull’inflazione, prima di decidere se ritoccare i tassi di interesse. E’ chiaro che questo dato – positivo ma comunque sotto le aspettative – può essere un freno all’aumento del costo del denaro a dicembre.
