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Petrolio, salgono le scorte ma WTI e Brent galoppano sui mercati

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Il ministro del Petrolio iracheno si è detto probabilista riguardo al prolungamento dei tagli produttivi dell'OPEC oltre la primavera del 2018

Il petrolio rimane stabile oltre i 50 dollari, malgrado i dati resi noti dall’EIA. Quest’ultima ha evidenziato che nell’ultima settimana le scorte di petrolio sono cresciute di 4,6 milioni di barili, ben oltre le attese degli analisti. Calano invece (2,1 milioni di barili) le scorte di benzina, mentre quelle di distillati sono scivolate di ben 5,7 milioni di barili.

La quotazione dell’oro nero comunque sale.
A spingerla sono state le dichiarazioni del ministro del Petrolio iracheno, che si è detto probabilista riguardo al prolungamento dei tagli produttivi dell’OPEC oltre la primavera del 2018, se non addirittura riguardo l’ipotesi di tagli ulteriori (oltre ai recenti dati che hanno alzato le previsioni sulla domanda globale).
A tal proposito ricordiamo che il 22 settembre un comitato di esperti esaminerà la situazione attuale e riporterà prima del meeting OPEC di novembre.

Secondo alcuni produttori, l’Opec dovrebbe estendere l’accordo per altri tre o quattro mesi, mentre altri vorrebbero una proroga fino alla fine del 2018 e altri ancora, fra i quali Ecuador e Iran, auspicano un inasprimento dei tagli all’offerta.

Wti e Brent hanno guadagnato oltre un punto e mezzo percentuale e stanno viaggiando rispettivamente sopra $55 e $50 al barile. Peraltro il Wti nell’ultimo trimestre ha guadagnato complessivamente oltre il 15%. Se reggerà anche nei prossimi giorni, sarebbe il miglior terzo trimestre dal lontano 2004.

Tuttavia va sottolineato che nonostante gli sforzi dell’OPEC, la battaglia contro lo shale oil rischia ancora di vanificare i progressi fatti fino a questo momento. Anche per questo sarebbe molto importante una nuova estensione dell’accordo di Vienna.

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