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Australia, tasso di interesse confermato. Il cross Aud-Usd in orbita 0,80

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L'aussie nell'ultimo mese ha guadagnato quasi il 5% contro il dollaro. Rimane il problema dell'inflazione sotto il target

La banca centrale australiana decide – come era nelle previsioni – di non toccare i tassi di interesse. La RBA ha infatti comunicato la scorsa notte di confermare il costo del denaro all’1,5% (ai minimi storici). L’ultimo ritocco è stato deciso ad agosto 2016, quando la banca centrale tagliò i tassi dello 0,25%.

La motivazione che ha spinto la RBA a non agire sui tassi è che la ripresa dell’economia e i segnali di stabilità giunti dal mercato del lavoro (nel 2017 l’economia australiana ha creato 160mila posti di lavoro) consentono di proseguire su questa via, senza ulteriore necessità di misure a sostegno della crescita.
Questo malgrado qualche giorni fa il governatore Lowe si lasciò andare a questa considerazione: “sarebbe meglio se il tasso di cambio fosse più basso di quello attuale”.

Ricordiamo che di recente l’inflazione è scivolata sotto il target (2-3%) e anche sotto le aspettative del mercato. Infatti l’Australian Bureau of Statistics ha annunciato che i prezzi al consumo giungono all’1,9% su base annua nel secondo trimestre.

A tutto questo si collega una certa preoccupazione per la forza dell’aussie sul mercato valutario.
Il cross AudUsd gravita attorno quota 0,8 e nell’ultimo mese ha guadagnato quasi il 5% contro il dollaro (fonte grafica broker ).

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Il deprezzamento della valuta australiana crea un’ulteriore tensione al ribasso sui prezzi. Secondo l’opinione della RBA, una crescita del 10% del cross AudUsd diminuirebbe l’1% all’inflazione annua ponderata in tre anni.

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