Arrivano notizie in chiaroscuro per la Cina. Il Pil nel secondo trimestre è salito del 6,9%, meglio delle stime degli analisti (6,8%). Su base annua il rialzo arriva all’1,7%, meglio dell’1,3% dei primi tre mesi. Ricordiamo che il governo cinese ha fissato a inizio anno un obiettivo di crescita intorno al 6,5%, dopo il 6,7% del 2016 (dato peggiore degli ultimi 25 anni), e che il premier Li Keqiang si è detto fiducioso di centrare il target.
Salgono anche le vendite al dettaglio (11% su base annua, il ritmo pià veloce da dicembre 2015) e la produzione industriale (7,6%).
Va detto che secondo molti analisti la crescita dell’economia cinese subirà un rallentamento nella seconda metà dell’anno. Per lo più si ritiene che potrà essere provocata da un inasprimento del credito, del resto la forte crescita del secondo trimestre dovrebbe dare alle Autorità la fiducia per mantenere la loro posizione più stringente.
Sui mercati finanziari, lo yuan è rimasto piatto on e off-shore. Il cross viaggia in leggero ribasso verso quota 6,76, come possiamo vedere grazie al broker .
Ricordiamo che la Banca centrale della Cina (PBoC) ha iniettato 140 miliardi di yuan (20,68 miliardi di dollari) sul mercato interbancario, la più importante manovra di questo tipo dallo scorso 6 giugno.
L’istituto centrale non muove i tassi dal 2015 – quando lo portò al 4,35% – e si è a lungo impegnato per non indebolire lo Yuan. Difficilmente si ritiene che la POBC possa dare luogo ad una manovra sul tasso, specie per via dei dati sull’inflazione.
