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Russia, inflazione stabile al 4,1% ma è il petrolio a frenare il rublo. UsdRub a 56,7

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I prezzi al consumo sono oltre le previsioni. La Banca Centrale potrebbe tagliare i tassi a metà giugno

Dopo quasi un anno l’inflazione in Russia torna ad avere valori più alti delle previsioni. Era dal luglio scorso che le stime degli analisti non venivano “tradite” dai fatti. I prezzi al consumo rimangono stabili al 4,1%, ma il valore atteso era di 4%. Poco male comunque, perché si rimane molto vicini al target fissato dalla Banca centrale russa (che è proprio 4%).

Ricordiamo che la Banca centrale russa poche settimane fa – proprio in virtù del calo dell’inflazione – ha tagliato il tasso di interesse portandolo al 9,25%, con una sforbiciata doppia rispetto alle previsioni.
Va anche sottolineato che il governatore Niabullina ha detto lunedì che la banca centrale potrebbe considerare un altro taglio del tasso durante la riunione del 16 giugno.
Secondo Bloomberg, entro fine anno si potrebbe giungere all’8,5 per cento.

Nei giorni scorsi il Presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato che l’economia russa è passata ad una nuova fase di crescita e sta gettando le basi per il suo futuro sviluppo. Putin ha poi aggiunto che bisogna sostenere queste tendenze positive per portare la crescita nel 2019-2020 sopra la media mondiale.

Dal punto di vista valutario, ad incidere sulle dinamiche del rublo in questo momento è soprattutto il petrolio. Il Brent viaggia infatti sui 49 dollari, ed è giù per la terza sessione di fila.
La valuta russa oggi scambia in difesa, con il cross UsdRub che ha testato l’estremità superiore della banda 56.70 / 75 e la SMA a 55 giorni (attualmente la coppia viaggia a 56,6551, in lieve rialzo).

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