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Petrolio, le scorte calano meno del previsto. WTI e Brent invertono la rotta al ribasso

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Il report sulle scorte ha avuto un brusco impatto sulle quotazioni del petrolio: dal guadagno si è passati al segno negativo

Le scorte di petrolio degli USA spiazzano un’altra volta i mercati. Nell’ultima settimana sono scese di 930 mila barili a 527,771 milioni, molto meno del previsto (2,3 milioni).
Secondo i dati diffusi dal dipartimento all’Energia, inoltre gli stock di benzina sono cresciuti di 191mila unità 241 milioni, dopo il rialzo dei sette giorni precedenti.
Le scorte di distillati sono invece diminuite di 562.000 unità a 150,355 milioni di barili, dopo il rialzo della settimana precedente.

Il report sulle scorte ha avuto un brusco impatto sulle quotazioni del petrolio. Prima che fosse pubblicato il Crude Oil quotava circa 47,9 dollari, mentre in seguito è sceso a 47,48 dollari (-0,3%). Il Brent londinese scambia a 51,06 dollari in rialzo dello 0,59%.

Va segnalato che le scorte mondiali restano sui massimi storici, malgrado i grossi tagli alla produzione che sono stati fatti dall’Opec (va anche detto che nel frattempo la produzione degli Stati Uniti continua ad aumentare avvicinandosi ai livelli del pre-dumping Saudita).
Il sentiment complessivo è negativo.

Dopo l’International Oil Summit svoltosi a Parigi il 27 aprile, l’OPEC ha manifestato soddisfazione per il raggiungimento a marzo del 94% di conformità nel taglio di produzione. Tuttavia ‘è anche consapevolezza che di strada non ne è stata fatta tanta.
Infatti il mercato continua a presentare il cronico problema del surplus di produzione. Teoricamente questo dovrebbe rendere logico – nel prossimo meeting OPEC del 24 maggio a Vienna – una estensione di ulteriori sei mesi del piano di tagli alla produzione.

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