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RBA e Aussie di nuovo sotto pressione. Male le vendite al dettaglio, e la bolla immobiliare preoccupa

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Dati macro poco incoraggianti dall'Australia, ma la banca centrale si aspetta una crescita del PIL prima di agire sui tassi

Gli ultimi dati macro in arrivo dall’Australia allontanano ancora di più il momento della svolta restrittiva da parte della RBA. Nella notte infatti l’Australian Bureau of Statistics ha comunicato il calo delle vendite al dettaglio australiane, che a febbraio sono scese dello 0,1%, sorprendendo negativamente gli analisti che invece avevano previsto un aumento dello 0,3%.

Il dato risulta fortemente penalizzato dalla debolezza delle vendite di abbigliamento e scarpe (il commercio delle calzature ha registrato una contrazione del 2,5% (a febbraio) dopo il -0,9% di gennaio).

L’economia dell’Australia continua quindi a non mostrare segni di grande forza. Qualche settimana fa i verbali di politica monetaria della banca centrale australiana (relativi al meeting avvenuto lo scorso 7 marzo) hanno fatto emergere un orientamento assai prudente.
La banca centrale si aspetta una crescita del PIL prima di agire sui tassi, che sono stati confermati all’1,50% (dopo aver operato per due volte consecutive un taglio a maggio e ad agosto).
La banca ha posto come obiettivo di crescita il 3% nel corso dei prossimi anni.

Va anche sottolineato che un ulteriore motivo di preoccupazione della RBA deriva dalla esuberanza nei mercati immobiliari (Sydney e Melbourne), il cui driver principale sono i tassi di interesse ai minimi storici.
I prezzi delle abitazioni sono saliti come mai negli ultimi 7 anni (12,9% nell’ultimo anno, solo a Sidney questi valori giungono al 18,9%). Il rischio è che si alimenti una bolla immobiliare, tanto che l’Australian Prudential Regulation Authority la settimana scorsa ha ulteriormente rafforzato le restrizioni creditizie.

Tutto questo mette la RBA in una posizione scomoda. L’aumento dei prezzi delle abitazioni e del debito hanno spinto il governatore Phil Lowe a escludere un taglio del tasso perché non sarebbe nel ‘pubblico interesse’ (alimenterebbe la bolla immobiliare), ma al tempo stesso alzare il tasso di interesse potrebbe arginare la bolla immobiliare, ma avrebbe delle forti ripercussioni sull’inflazione e la crescita economica.

Sembra scontato che non ci sarà alcun ritocco del tasso da parte della Banca centrale dell’Australia domani, ma a questo punto diventa molto interessante l’appuntamento con le dichiarazioni che accompagneranno la scelta.

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