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Oro ai massimi dell’anno. Due fattori spingono il metallo prezioso

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Per la prima volta durante quest'anno la quotazione dell'oro ha sfondato il muro dei 1300 dollari l'oncia

Da una parte c’è la debolezza ormai duratura del dollaro (ai minimi a due anni e mezzo contro l’euro), dall’altra le tensioni crescenti sul fronte internazionale. Sono essenzialmente queste due spinte a portare verso l’alto la quotazione dell’oro, che per la prima volta durante quest’anno ha sfondato il muro dei 1300 dollari l’oncia e viaggia in orbita 1320. Questo livello era stato visto l’ultima volta in corrispondenza dell’elezione di Trump.

Il nuovo test missilistico da parte della Corea del Nord ha acceso ancora di più la miccia della paura sui mercati. L’escalation di tensione ha convinto gli investitori a lasciare gli asset più rischiosi (azionario in primis) per scegliere tradizionali beni rifugio come oro e titoli di Stato.

Ma sarebbe un errore credere che ci sia solo questo dietro lo sprint del metallo giallo, anche perché una buona fetta dei guadagni era stata macinata prima ancora del test missilistico coreano.

Un peso grossissimo ce l’ha quel che sta succedendo negli USA, da dove non arrivano segnali confortanti. C’è il timore che la ripresa economica potrebbe ricevere un brutto colpo dai dati sul Pil del terzo trimestre nonché dalla conta dei danni causati dall’uragano Harvey.

In più ci si mette la FED, il cui atteggiamento si è dimostrato troppo baldanzoso di inizio anno mentre adesso si prova a fare una inversione a U, assunto toni da “colomba” per congelare il più possibile il rialzo dei tassi. Questi fattori pesano sul dollaro e finiscono per favorire gli acquisti del metallo prezioso, meno costoso per gli investitori che detengono altre valute.

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