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Brasile, Goldman Sachs ribalta le previsioni: sarà un 2017 positivo per il real

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Secondo gli analisti ci sono buone possibilità di profitto per chi investe su 4 valute della "Brics"

Il Real brasiliano crescerà nel 2017. Questo prevedono gli analisti di Goldman Sachs, che in realtà allargano l’orizzonte a quasi tutte le “Brics”, ovvero le valute di Brasile, Russia, India, Cina (che però è l’unica esclusa da questa previsione positiva) e Sudafrica.

Secondo gli analisti ci sono buone possibilità di profitto per chi investe su queste 4 valute. L’ultima nota di GS invita infatti gli operatori a “mantenere la rotta” su questi asset.
Il motivo è da ricercare in diversi fattori, gli analisti ne individuano ben 4: il miglioramento nella bilancia dei pagamenti, il contenimento dell’inflazione, rendimenti reali attraenti e le prospettive di una crescita più solida nei prossimi dodici mesi.

Circa il Brasile effettivamente si può notare come dopo un paio di anni particolarmente difficili caratterizzati da una grave recessione, si cominciano a vedere dei segnali di crescita che potrebbero consolidarsi nel 2017.
Dovrebbe continuare a calare l’inflazione, che era schizzata in doppia cifra fino a metà 2016.
Secondo il FMI potrebbe giungere al 5,4% entro la fine del 2017 (e 4,8% alla fine del 2018). Questo dovrebbe spingere la Banca Centrale (che ha già tagliato i tassi a novembre) verso una serie di tagli del Selic per almeno altri 2-3 punti entro il 2018.

Sotto il profilo valutario, il real brasiliano ha cominciato una fase di rafforzamento già alla fine del 2016, subito dopo il contraccolpo a seguito della elezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
Se proseguirà questa tendenza anche nel 2017 dipenderà tutto da come si evolverà il percorso di riforme in atto nell’economia brasiliana, e se ci saranno o meno intoppi in questo senso.
Possiamo vedere l’andamento del cross UsdBrl tramite la piattaforma .

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Un discorso simile vale anche per le altre “Brics”, ad eccezione della Cina. Secondo gli analisti infatti, le economie dei paesi asiatici (Cina in testa ma anche Corea del Sud), sono più vulnerabili nel caso in cui il protezionismo annunciato da Donald Trump dovesse tradursi nei prossimi mesi in una concreta serie di politiche regolatorie.
I fattori di rischio secondo GS sono una accelerazione dei deflussi di capitale, oppure una svalutazione messa in atto dalle autorità di Pechino in risposta al protezionismo di Trump.

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