Continua a marciare spedito nel mercato valutario il dollaro, che oggi ha segnato un’altra tappa record della sua corsa. L’indice sul biglietto verde (ovvero quello mettendo a confronto il dollaro contro le valute principali) infatti ha registrato un valore massimo di 13 anni a 100.503 (nei gironi post elettorali ha guadagnato il 2,6%). Non si verificava una ascesa simile infatti, da quando le truppe USA catturarono Saddam Hussein durante la guerra in Iraq.
Intanto il cross EurUsd ha infranto un altro muro importante scendendo sotto quota 1,07. Non accadeva dallo scorso mese di dicembre. In questo momento (ore 18.50) la coppia è scambiata a 1,0696 contro il valore di 1,0765 che era stato fissato ieri dalla Banca Centrale Europea come riferimento.
Il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di lanciare importanti politiche espansive per spingere la crescita economica. Le aspettative di inflazione sono di conseguenza significativamente salite e gli investitori scommettono su un aumento dei tassi.
A tal proposito, ieri il numero uno della Federal Reserve di Boston Eric Rosengren, ha ammesso che l’aumento dei tassi di interesse a dicembre potrebbe essere “plausibile, in assenza di significative notizie economiche negative nel corso del prossimo mese”.
Lo scorso mese di settembre Rosengren, che storicamente si è sempre opposto all’aumento dei tassi, sorprese tutti dicendo che alzare il costo del denaro avrebbe fatto bene all’economia Usa, che dovrebbe arrivare al suo target di inflazione il prossimo anno.
