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Yuan sempre sotto pressione. L’economia cinese si muove su un equilibrio sottile

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Il tasso di cambio a Shanghai continua ad abbassarsi, così come è accaduto per quasi tutto il mese di agosto

La situazione della Cina e dello Yuan continua a tenere in allerta i mercati valutari. La moneta del Dragone si è indebolita fino a giungere al minimo da mesi nei confronti del dollaro, a quota 6,75651 nel trading offshore. Questo ha finito per rilanciare i timori di instabilità sui mercati internazionali, acuiti anche dalla prospettiva che la Fed possa procedere a un rialzo dei tassi entro fine anno.

Il tasso di cambio a Shanghai continua ad abbassarsi, così come è accaduto per quasi tutto il mese di agosto (il 16 agosto era a quota 6,625). Secondo molti analisti, il cross usdcny alla fine di quest’anno dovrebbe raggiungere 6,75.

L’Istituto nazionale di statistica cinese ha evidenziato che da gennaio a settembre, la crescita della Cina è stata del 6,7%. E’ cresciuta la produzione industriale (6,1% su anno), ma al di sotto delle attese degli analisti. La crescita sul mese, invece, si ferma allo 0,4 per cento. Ma continua ad essere presente nella mente dei trader, il dato reso noto qualche giorno fa riguardo il tracollo dell’export.

Intanto la Banca centrale continua a sostenere la stabilità con acquisti di yuan sul mercato in cambio di dollari. Acquisti che chiaramente diventano sempre più dispendiosi, tanto da assottigliare le riserve in valuta internazionale.

La crescita cinese finora è stata sorretta da credito facile, un mercato immobiliare rovente e tante misure di stimolo. Ma procedendo di questo passo c’è il rischio che il sistema diventi sempre più instabile. La Cina rimane così una grande incognita.

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