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Lira Turchia TRY

La Turchia non convince ancora i mercati. Lira (TRY) ai minimi di 2 mesi sul dollaro

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Mercoledì la Banca Centrale della Repubblica di Turchia (CBRT) ha deciso di mantenere fermo il tasso di interesse di riferimento al 24%

Dopo aver ritoccato in modo forte i tassi di interesse nel corso del 2018, la Banca centrale della Turchia ha tirato il freno e per la quarta riunione consecutiva (mercoledì) ha confermato il costo del denaro al 24%.
Quella appena svolta è stata la seconda delle 8 riunioni previste per quest’anno, lo scorso ce ne furono nove durante le quali il costo del denaro passò dall’8% al 24%.

La CBRT ha dichiarato che “la tendenza al ribilanciamento dell’economia è diventata più evidente“. La domanda esterna rimane relativamente forte, mentre l’attività economica ha rallentato a causa soprattutto delle rigide condizioni finanziarie.
Di positivo c’è l’inflazione – che è la principale guida della politica monetaria – a febbraio è giunta al 19,67% (a ottobre 2018 raggiunse il picco del 25,24%). La CBRT è convinta che l’inflazione mostrerà un miglioramento significativo nel prossimo futuro. L’obiettivo è il 15,9% quest’anno, il 9,8% l’anno prossimo e il 6% nel 2021.

Ad ogni modo l’istituto centrale ha confermato che “continuerà a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per perseguire l’obiettivo di stabilità dei prezzi”, inclusa l’adozione ulteriori misure restrittive monetarie, se sarà necessario.

Gli investitori rimangono guardinghi sulla Lira turca, che dopo un lungo periodo di indebolimento contro il dollaro, da qualche mese oscilla dentro un canale compreso tra 5,15 e 5,45. Attualmente la coppia USDTRY si aggira proprio sul limite superiore di questo canale (fonte grafica broker ).

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Anche la coppia EurTry sta vivendo una fase rialzista da qualche settimana. A fine gennaio il cambio era 5,9176, mentre adesso viaggia su quota 6,105.
A tenere sull’allerta i mercati sono gli effetti sui mercati emergenti della forza del dollaro e delle prossime mosse della FED, ma anche il persistente deterioramento dei fondamentali interni, nonché il conflitto permanente tra il governo di Erdogan e la banca centrale.

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