I dati sull’inflazione mandano in picchiata la Corona svedese, che perde oltre un punto percentuale contro euro e dollaro. Si estende così il brutto inizio di anno per la valuta del paese scandinavo.
La Statistiska Centralbyran – l’ufficio nazionale di statistica svedese – ha reso noto che il tasso di inflazione annuale è sceso al 1,9%, ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto a dicembre (il target della Riksbank è 2%). Si tratta dal valore minore dal marzo scorso. Gli economisti si aspettavano che la misura di inflazione sarebbe addirittura salita al 2,2%.
Su base mensile, i prezzi sono scesi dell’1,0% a gennaio rispetto a un mese prima (era atteso un calo minore, dello 0,7%). E’ stato il calo mensile più consistente in quattro anni e si è verificato principalmente in seguito al calo dei prezzi dei vestiti, dei voli internazionali e dei pacchetti turistici.
Il dato deludente sull’inflazione ha fatto precipitare le possibilità di un futuro rialzo dei tassi da parte della Riksbank, che appena a dicembre scorso aveva operato la prima mossa restrittiva in 7 anni, portando il tasso di interesse al -0,25%.
La settimana scorsa la banca centrale svedese aveva affermato che la necessità di una politica monetaria espansiva è diminuita, e che si sarebbe attenuta al suo piano di aumentare i tassi nella seconda metà del 2019. Tuttavia, ciò era condizionato alle solide prospettive economiche e all’inflazione in linea con le attese. Appena una settimana dopo, il piano sembra già andato in fumo.
Questo ha spinto i mercati a inondare di vendite la corona svedese, che peraltro già sta viaggiando in modo stentato da un paio di mesi. La SEK è scesa di oltre l’1% toccando un minimo di 2 anni contro il dollaro (UsdSek) a quota 9,3695 (appena a metà gennaio aveva varcato la soglia psicologica di 9,00).
Rispetto all’euro (EurSek) si è concretizzato invece il più grande declino quotidiano in più di 15 mesi. La prospettiva della corona svedese sta diventando sempre più preoccupante (fonte grafica broker ).
