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Brexit choc, la May rinvia il voto e la sterlina precipita ai minimi di 20 mesi sul dollaro

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Sterlina sotto pressione dopo la decisione del Governo britannico. Anche contro l'euro scivola ai minimi di agosto

Colpo di scena: il voto sull’intesa Londra-UE circa la Brexit non si farà domani, e questo fa sprofondare la sterlina sui mercati valutari (oltre che appesantire tutte le piazze di borsa europee).
Consapevole di andare incontro a una sconfitta, la premier britannica May ha deciso che il voto verrà rinviato, senza specificare a quando. La comunicazione è stata data nel pomeriggio di lunedì, ma già filtrava qualcosa nell’aria.

Non ci voleva molto a capire che le cose non stessero andando per il verso giusto. Dopo l’intesa infatti c’è stata un’ondata di dimissioni dal Governo conservatore. La prospettiva di un voto contrario alla Camera dei Comuni ha convinto la leader a tentare una nuova strada, ovvero rinegoziare l’accordo faticosamente raggiunto con Bruxelles (specie la parte relativa al backstop, la clausola di salvaguardia sul confine irlandese), in modo da presentarsi in Parlamento con una intesa “meno filoeuropeista”.

Questa possibilità però potrebbe non essere concessa dalla UE, che è già stata chiara: “questo accordo o niente”.
Teoricamente ci sarebbe anche un’altra possibilità, visto che in mattinata la Corte di Giustizia Europea ha confermato che se il governo britannico volesse (e non vuole), potrebbe fermare unilateralmente la Brexit.

Il nuovo colpo di scena ha avuto pesantissime ripercussioni sui mercati, che naturalmente vedono sempre più concretizzarsi l’ipotesi di una uscita di Londra dalla UE senza alcun accordo.
La sterlina è finita sotto pressione, arrivando a toccare i minimi dal aprile 2017 contro il dollaro (GbpUsd a 1,2507).
Anche contro l’euro la valuta britannica ha accusato un calo pesante, di oltre il punto percentuale (EurGbp a 0,90), toccando un deprezzamento record da agosto.

Mentre il caos regna sovrano, sullo sfondo compare l’opzione di un secondo referendum, già proposto da un gruppo di deputati pro-Ue di diversi partiti. Un’idea che starebbe conquistando consensi nelle ultime settimane, anche se la May si è sempre detta contraria perché lo ritiene un tradimento della volontà popolare.

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