Il dato sull’occupazione dà una bella spinta al dollaro, che si mette alle spalle le recenti perdite sul mercato valutario (sulla scia degli sforzi di risolvere la crisi commerciale Cina-Usa, che avevano aumentato l’appetito al rischio penalizzando il dollaro come bene rifugio).
La coppia EurUsd chiude la settimana sotto quota 1.14, come vediamo sulla piattaforma .
Il dollaro USA guadagna terreno anche contro lo Yen (UsdJpy a 113.20) e contro la sterlina (il cambio GbpUsd torna nuovamente sotto quota 1.30).
Occupazione oltre le aspettative
Come detto, a dare la spinta al biglietto verde è stato il dato sull’occupazione Usa migliore delle attese. Il numero di occupati il mese scorso è cresciuto di 250.000 unità, oltre le attese pari a 190.000. Tuttavia è stata rivista al ribasso la crescita di settembre (118.000 anziché 134.000). Il tasso di senza lavoro è rimasto ai minimi storici del 3,7%, che non si vedeva dal 1969. Sono ormai 97 mesi consecutivi che l’espansione statunitense aggiunge buste paga.
Stavolta sono andati bene anche i salari orari, che sono lievitati del 3,1% rispetto all’anno scorso. Si tratta del miglior andamento in un decennio. Nel mese, per il settore privato, i salari sono lievitati in media di 5 centesimi l’ora a 27,30 dollari.
La Federal Reserve
I mercati sono rimasti molto soddisfatti da questi dati, perché dovrebbero confermare la politica monetaria della Federal Reserve di ulteriori graduali rialzi nei tassi d’interesse, a cominciare da dicembre. Questo malgrado il parere apertamente contrario di Donald Trump, che vorrebbe una Banca centrale ferma sui rialzi che a suo dire danneggiano l’economia.