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Guerra commerciale, la paura di nuove escalation spinge lo YUAN ai minimi da 10 anni sull’USD

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Gli Usa potrebbero annunciare entro dicembre nuovi dazi sui restanti 257 miliardi di import cinesi non ancora coperti da tariffe

La tensione continua tra Cina e USA legata alla guerra commerciale ha spinto il dollaro ai massimi di 10 anni contro lo Yuan. Ormai la coppia è a un passo dal livello 7.00, spinta dalle mosse della People’s Bank of China che la scorsa notte ha ridotto la banda di oscillazione dello yuan dello 0,3%, portando il cambio immediatamente a 6,957.
La Banca centrale cinese ha voluto così reagire alla svalutazione profonda della sua valuta, che dalla scorsa primavera (ovvero quando è cominciata l’escalation per la guerra dei dazi) ha perso il 10% contro il dollaro.

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La battaglia condotta a colpi di tariffe e contro-tariffe ha colpito già duro la Cina. Da inizio anno la Borsa di Shanghai perde più del 20% (considerato da molti analisti come il livello di entrata nella fase “Orso”).

Peraltro questa guerra potrebbe subire una nuova impennata, visto che gli Usa potrebbero annunciare entro dicembre nuovi dazi sui restanti 257 miliardi di import cinesi non ancora coperti da tariffe.
La Cina dal canto suo potrebbe dimezzare le tasse sulle auto, in modo da dare vigore alla domanda interna. Inoltre secondo alcuni rumors le autorità di vigilanza cinesi potrebbero garantire la liquidità degli scambi, favorendo piani di riacquisto di azioni proprie (buy-back) e operazioni di fusione e acquisizione per le società quotate.

Per tutti questi motivi i mercati guardano con molta attenzione ai prossimi colloqui fissati per fine novembre tra il presidente americano, Donald Trump, e quello cinese, Xi Jinping. La guerra commerciale infatti non è solo un danno per i paesi direttamente coinvolti, ma rischia di minare l’intera crescita economica globale.

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