Oltre al calo dell'inflazione, l'istituto centrale svedese deve fare anche i conti con la revisione al ribasso sulla crescita del PIL, dal 3,3% previsto al 2,5%. Una situazione che non aiuta di certo la banca svedese a rispettare la propria tabella di marcia, che prevede un rialzo dei tassi entro fine anno o al massimo a gennaio 2019 (attualmente sono al -0,5%). Ma tenuto conto del calo dell'inflazione, qualcuno comincia a dubitare che ciò accadrà.
C'è poi la questione politica a tenere tutti sulle spine. A inizio settembre si è votato per rinnovare il Parlamento, e dalle urne è venuta fuori una situazione di equilibrio tra i due poli, con i Democratici Svedesi (destra anti UE) in mezzo a fare da ago della bilancia, e in ogni caso le trattative per la formazione del governo saranno probabilmente lunghe e complesse.
Sulla questione c'è chiaramente anche l'occhio di Bruxelles, che spera in un governo abbastanza forte da reggere gli urti euroscettici.
Tutto questo inevitabilmente pesa sull'umore degli investitori. La corona svedese si è indebolita bruscamente dopo i dati sull'inflazione, quando per tutta la settimana era andata benone per il sollievo dovuto alla mancata affermazione dei Democratici anti-euro (timore che aveva spinto il cambio EurSek fino a 10.72 a fine agosto). La coppia con l'euro era scivolata verso quota 10.41 nella giornata di lunedì, ma poi è rimbalzata di nuovo verso i 10.51 venerdì.
Non è andata diversamente alla coppia UsdSek che era scivolata fino a 8.93, ma dopo i dati sull'inflazione è schizzata nuovamente oltre quota 9.00.
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