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Trump e i dati macro rimettono pressione sullo Yuan. USD-CNY resta oltre 6.80

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Il presidente USA ha ventilato nuovi dazi alla Cina per 200 miliardi di dollari. Intanto la manifattura segna un altro rallentamento

Questione commerciale e dati macro tornano ad accendere i riflettori sullo Yuan cinese. Nel corso di un’intervista a Bloomberg, Trump ha ventilato nuovi dazi alla Cina per 200 miliardi di dollari (oltre ad aver rilanciato la minaccia di uscire dal Wto e bocciare l’offerta europea di azzerare reciprocamente le tariffe sulle auto).
Pechino ha risposto che non ha alcuna intenzione di cedere alle minacce statunitensi. E’ chiaro che una nuova escalation commerciale metterà pressione sullo Yuan, che da aprile a metà agosto è andato in picchiata contro il dollaro, perdendo circa il 7%.

Nelle ultime settimane lo Yuan ha perso molto terreno contro il dollaro, al punto che la coppia UsdCny è salita oltre quota 6.90, prima di essere respinta poco più in basso, come vediamo sulla piattaforma .

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Intanto sono stati resi noti oggi i dati macro della manifattura cinese. Ad agosto il PMI è sceso a quota 50,6 punti. Si tratta del terzo calo consecutivo mensile, nonché del valore più basso raggiunto negli ultimi 14 mesi.
Sabato prossimo verranno pubblicati i dati commerciali per agosto. Questo rivelerà ulteriormente l’impatto della guerra commerciale alla Cina e agli Stati Uniti.

Nel frattempo la PBOC (la banca centrale cinese) per difendere lo Yuan ha fissato il tasso di riferimento giornaliero a 6,8246 venerdì scorso. Da agosto la PBOC ha ripreso il “fattore anticiclico”, utilizzato per contrastare le vendite eccessive di valuta nazionale. Esistono infatti forti timori dei mercati che un rallentamento dell’economia cinese e la fuga di capitali innescata dalla svalutazione possano tradursi in un “atterraggio brusco”.

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