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USA, inflazione in chiaroscuro. USD stabile con l’euro, vola contro JPY e CHF

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La coppia UsdJpy ha toccato i massimi da sei mesi con un picco intraday a 112,41. Il cambio non saliva sopra quota 112 da metà gennaio

Non entusiasma affatto il dato sull’inflazione americana, che almeno per i report mensili è stato al di sotto delle attese di mercato. Il Bureau of Labor Statistics ha comunicato che su base annuale l’incremento è stato del 2,9% a livello generale e del 2,3% per l’indice “core” (ovvero quello depurato delle componenti più volatili).
Tuttavia su base mensile l’espansione dei prezzi è stata fiacca: l’IPC è cresciuto dello 0,1% contro lo 0,2% atteso.

Il rilascio di questi dati ha indebolito il biglietto verde, che in mattinata aveva invece conservato una buona intonazione. Il cambio EURUSD è rimasto sostanzialmente stabile poco sotto quota 1.17, e neppure i buoni dati iniziali sui sussidi di disoccupazione USA hanno rilanciato il greenback.

Va aggiunto che pure dal fronte europeo sono arrivate notizie altalenanti. Prima i buoni dati sull’inflazione in Germania, poi i verbali della politica monetaria della BCE, che hanno evidenziato una frattura tra i membri del Consiglio circa i tempi del primo rialzo dei tassi, previsto per l’estate 2019.

Tornando al dollaro, anche la coppia con la sterlina segna un deprezzamento della valuta americana. Parliamo comunque di movimenti di piccola entità. Il cross GbpUsd infatti è al livello 1.3220 (+0,11%).

Sullo sfondo intanto restano vivaci gli effetti della tensione internazionale con la Cina, che smuove a fasi alterne la propensione al rischio sui mercati. L’aumento di quest’ultima ha finito per rilanciare il dollaro contro i beni rifugio come Yen e franco svizzero. La coppia UsdJpy ha toccato i massimi da sei mesi con un picco intraday a 112,41. Il cambio non saliva sopra quota 112 da metà gennaio.
Forte rialzo anche per l’UsdChf, volato oltre la parità con un incremento di mezzo punto percentuale.

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