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Cina, la guerra commerciale penalizza lo Yuan. E’ il peggior mese di sempre

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Lo Yuan ha vissuto il peggior mese da quando il tasso di cambio di mercato è stato unificato nel 1994: -3,3% contro il dollaro

Anche se il venerdì ha ridato un po’ di ossigeno allo yuan e alle borse cinesi (miglior performance dell’ultimo biennio), quello che sta per finire è il peggior mese di sempre per la valuta cinese, mentre un mese così cupo non si vedeva in borsa dall’inizio del 2016 (-8%). Gli investitori infatti sono sull’allerta per via della guerra commerciale con gli USA.

La tensione tra USA e Cina

Washington e Pechino non hanno mostrato alcun segno concreto di arretramento, al di là di sporadiche buone intenzioni manifestate di tanto in tanto. Da luglio, gli USA imporranno tariffe più elevate su importazioni cinesi per 34 miliardi di dollari all’anno e la Cina ha sinora replicato con ritorsioni su importazioni americane per qualche miliardo.

Il timore dei mercati è che un esteso sell-off delle azioni e dello yuan potrebbe innescare un forte deflusso di capitali, mettendo ulteriormente a dura prova l’economia cinese e complicando le politiche economiche del paese, mentre le autorità innalzano le difese contro gli Stati Uniti.

Conseguenze sullo Yuan della guerra dei dazi

Lo Yuan come detto ha vissuto il peggior mese di sempre da quando il tasso di cambio di mercato è stato unificato nel 1994. Ha infatti perso circa il 3,3% contro il dollaro (), come possiamo vedere sulla piattaforma .

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Se allarghiamo l’orizzonte fino a marzo, la perdita è di quasi il 6%.
Venerdì scorso il cambio è sceso al livello più basso da metà novembre 2017, salvo poi rimbalzare e recuperare terreno.

Va evidenziato che nell’ultimo rapporto della commissione di politica monetaria cinese, non si fa più cenno all’impegno della People’s Bank of China (PBOC) di mantenere il tasso di cambio “sostanzialmente stabile a un livello ragionevole ed equilibrato”. Questa omissione secondo alcuni investitori potrebbe significare che la posizione monetaria della Cina potrebbe presto anche cambiare.
Altri ritengono che sia l’ammissione che la svalutazione dello Yuan sia in qualche modo “pilotata”.

In realtà sembra che le ragioni più solide siano prettamente economiche. Come detto esistono forti timori dei mercati che un rallentamento dell’economia cinese possa tradursi in un “atterraggio brusco”. La svalutazione infatti potrebbe innescare la già richiamata fuga di capitali, mettendo la Pboc di fronte alla necessità di rialzo dei tassi a scapito però di consumi e investimenti.

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