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Regno Unito, l’inflazione affonda la sterlina. In calo contro USD e EUR

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Il CPI è cresciuto del 2,5% su base annua, contro il 2,7% stimato dagli analisti e del mese precedente

Il Regno Unito incassa una sorpresa poco piacevole per quanto riguarda i prezzi al consumo. Secondo il report dell’l’Office for National Statistics (ONS), l’inflazione è cresciuta del 2,5% su base annua, contro il 2,7% stimato dagli analisti e del mese precedente. Un dato sorprendente quindi, che vale il rialzo minore da inizio anno.

Su mese, i prezzi al consumo hanno registrato un incremento dello 0,1%, dopo il +0,4% di febbraio, risultando al di sotto del +0,3% atteso dagli analisti.
Per quanto riguarda il dato core dell’inflazione (ovvero al netto delle componenti più volatili), l’incremento è stato del 2,3% contro il +2,4% di febbraio. Anche questo dato è sotto le attese che erano per un aumento del 2,5%.

La battuta d’arresto dell’inflazione ha fatto subito sentire gli effetti sulla sterlina, che perde terreno contro le altre principali valute. Il cross GbpUsd è sceso sotto la soglia di 1,424 con un calo giornaliero dello 0,3%. La coppia EurGbp guadagna invece circa mezzo punto percentuale (quota 0,87).

La minore spinta inflattiva alimenta la convinzione che la Bank of England non opererà alcun rialzo dei tassi nel breve periodo, ma assumerà un atteggiamento più da colomba che da falco, tenuto anche conto che la questione Brexit continua ad essere aperta.

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